Il cabarettista tecnico.

Alla provocazione del quotidiano leghista il Presidente del Consiglio Mario Monti risponde:

Pur non essendo ovviamente tenuto a fornire informazioni di questa natura – nello spirito di reciproca e crescente fiducia che avverto nei rapporti con i cittadini del Nord – intendo informare gli eventuali lettori de La Padania che una delle affermazioni figuranti nell’articolo («non risulterebbero dichiarazioni di Monti per proprietà in Svizzera») è corretta. Infatti né io, né i miei familiari possediamo proprietà in Svizzera. È vero che da molti anni uso trascorrere le vacanze estive a Silvaplana, solitamente in agosto (ma talvolta negli ultimi giorni di luglio, perché i nipotini – come i nonni – amano gli spettacolari fuochi d’artificio del 1° agosto). Ma l’appartamento è preso in affitto. Sperando di potervi trascorrere anche quest’anno almeno qualche giorno malgrado gli accresciuti impegni, resto a disposizione per ogni altra informazione che venisse ritenuta di primario interesse pubblico.

Secondo me neppure in uno spettacolo comico di Zelig si riuscirebbe a mettere un insieme di battute a raffica del genere:

  1. cara Lega, stai attenta che i tuoi elettori te li stai giocando e li sto guadagnando io;
  2. infatti le persone che si stanno rendendo conto di ciò che dite smettono di leggere il vostro giornale;
  3. se dichiaro che non ho case in Svizzera, come dite anche voi, è vero;
  4. è vero che vado in vacanza in Svizzera, a Silvaplana (e qui la maggior parte della gente userà Google Maps per sapere dove si trova, non è la principale località turistica della confederazione);
  5. infatti qui, dove vado con i miei nipotini la massima attrazione sono i fuochi d’artificio del 1° agosto, non ci sono festini strani;
  6. però quest’anno devo rimettere in sesto un Paese che mi è stato lasciato un po’ trasandato e quindi forse non riesco;
  7. come potete vedere avete creato una tempesta in un bicchiere da grappa, però se avete altre curiosità sapete dove trovarmi.

Una persona come Monti è capace di usare le parole, sarebbe il caso di imparare a farlo anche da parte di chi vuole fargli opposizione se non si vogliono rischiare magre figure.

[iOS app] TuttoRugby per seguire il 6 nazioni e godersi una birretta.

Sono da alcuni anni un fan del rugby mi ha sempre appassionato più del calcio. Perché pur essendo un gioco all’apparenza (e forse non solo all’apparenza) più veemente fra le avverse fazioni non si è mai arrivati ai livelli di litigiosità che vediamo ogni domenica in TV.

Ricordo ad esempio una partita in cui l’arbitro è andato dalla giornalista italiana per chiedere se fosse stata meta o meno, e la risposta fu chiara, onesta ed immediata. Ve lo immaginate voi un comportamento analogo in serie A? Ci sarebbero polemiche su polemiche in tutte le tribune sportive.

Il torneo Europeo principale di rugby è il 6 Nazioni? Peccato che fino ad un paio d’anni fa tutte le partite fossero mostrate in chiaro su La7 mentre ora ha l’esclusiva l’onnipresente Sky (PS: se Murdock volesse regalarmi l’abbonamento non me ne avrei mica a male).

Per venire incontro ai fan della nazionale italiana di rugby non abbonati alla TV via satellite Peroni, sponsor della squadra stessa, ha rilasciato su AppStore l’applicazione TuttoRugby. Questa applicazione pur essendo per iPhone ed iPod può essere eseguita nella classica modalità compatibile anche su iPad.

Stupisce il fatto che per aprire un’applicazione di sport sia necessario inserire la data di nascita, questo è dovuto al fatto che oltre ai dati sul torneo c’è anche la possibilità di vedere quali pub (ovviamente forniti dalla Peroni) si trovano in zona, ma non è tutto qui ovviamente. Si possono avere le notizie aggiornate con foto e video sul torneo, ed anche quelle del terzo tempo in cui le tifoserie si incontrano per festeggiare insieme (ovviamente bevendo una birra).

Vi piace il rugby? Non fatevi scappare questa applicazione. Non lo seguite ancora? Potrebbe essere l’occasione giusta per farne conoscenza.

Articolo sponsorizzato

Tristemente Costa Allegra.

Dopo il naufragio della Costa Concordia ecco un’altra gatta da pelare per la compagnia.

La Costa Allegra è alla deriva al largo delle Seychelles a seguito di un incendio, ormai domato, nella sala macchine.

Il sito ancora è attivo (in questo caso la situazione è lontana dall’Italia e gli italiani a bordo sono appena 210), non è collassato come con il disastro di poco più di un mese fa.

Resta il fatto che le trasmissioni live dalla nave sono state sospese.

Spero che la Costa sia in grado questa volta di gestire la situazione anche sul suo sito istituzionale.

Non so se questo messaggio fosse già presente da tempo, però considerando gli ultimi avvenimenti toglierei quel “Sali a bordo” che ricorda molto un’altra frase andata molto di voga ultimamente e non proprio rassicurante nei confronti della Costa.

 

Coca Colla ha sbagliato.

Si fa un gran parlare del caso CocaCola vs. CocaColla (nessun link, chi è interessato cerca i due siti).

Oggetto del contendere è il nome a dominio del blog che sarebbe un po’ troppo somigliante al nome della bibita più famosa al mondo.

Il problema però non è a malapena blog contro bibita ma il fatto che la bibita abbia un marchio che è valutato quasi 74 miliardi di $ piazzandosi al sesto posto nei marchi più famosi al mondo.

Il problema è anche che pur non somigliandosi graficamente i loghi, pur non essendo in concorrenza i prodotti, i nomi a dominio sono molto simili, ad un errore di digitazione di distanza.

Ora il piccolo blog Coca Colla cerca solidarietà per non dover chiudere per causa della multinazionale americana gigante e cattiva, non la troverà qui.

Non la troverà non perché io sia filo-multinazionali americane giganti e cattive ma perché il nome che ha dato al suo blog Coca Colla è assolutamente un evidente gioco fatto sul nome del colosso. La sua notorietà, la sua facilità di memorizzazione derivano senza ombra di dubbio dalla conoscenza da parte del grande pubblico del marchio della bibita più famosa del mondo.

E non venite neppure a dirmi che non capisco la situazione, che bisogna trovarcisi per sapere cosa succede. Tanti anni fa, un sabato mattina, nella posta c’era una raccomandata che mi contestava il nome a dominio usato per lavoro, dopo 5 anni che lo usavo per lavoro. Probabilmente in tribunale avrei avuto tutti i diritti, ma ho preferito rinunciare a quel dominio (mettendo una pagina con i link al mio nuovo ed all’URL inattivo dell’accusatore) ripartendo da capo e registrando con cura il marchio. Ora quel dominio non esiste più, quel marchio non so che fine abbia fatto ma non importa, avevo sbagliato a registrare un dominio senza prima assicurarmi che fosse un nome “sicuro”. Coca Colla sapeva benissimo che il suo non era un nome sicuro e l’ha registrato assumendosi tutti i rischi, compreso quello di perdere tutta la visibilità raggiunta.

La mia conclusione è “Chi è causa del suo mal…”. E la vostra?

PagheRAI. Forse. Anzi no.

La RAI pretendeva il canone anche per il solo possesso di un PC in azienda.

E non è che fosse una trovata dei denigratori della RAI stessa, lo si capiva bene anche dal loro spot istituzionale.

No perché ora che è stata fatta marcia indietro la medesima RAI si affretta a dire:

La Rai non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer.

Ecco c’è chi userebbe espressioni colorite per descrivere questo dietrofront, io mi limito a rallegrarmi perché una volta tanto la ragione ha superato la burocrazia. C’è ancora speranza per l’Italia.