Tablet Android: Mediacom Smart Pad 810c.

Approfittando di una promozione della catena Expert, che in questi giorni lo regalava*, ho portato a casa un secondo tablet ad uso della famiglia.

Si tratta del Mediacom Smart Pad 810c. Non sto a presentare una scheda dettagliata, la potete trovare sul sito ufficiale.

L’hardware, per un tablet normalmente venduto a 170 € circa, è più che discreto. Lo schermo da 8″ capacitivo, la CPU da 1 GHz, la memoria da 4 GB espandibile con microSD fino a 32 GB, la fotocamera da 2 MP, la porta HDMI fullHD ne fanno un prodotto di fascia bassa che guarda oltre pur essendo adatto secondo me ad un uso domestico e non in mobilità (non ha integrato né 3G né GPS e si ricarica con apposito alimentatore e non dalla porta USB).

Il software invece è molto limitato, come tutti i tablet oltre i 7″ con Android inferiore a 3.0 non ha market nativo né le altre Google apps (GMail, GTalk, Maps, ecc.) nativamente. Pur avendo un market alternativo la mancanza della suite della grande G in un terminale Android secondo me è una carenza notevole.

Detto fatto sono andato a cercare una ROM alternativa, ce ne sono tantissime, io (forse più per l’estetica che per le funzionalità specifiche) mi sono orientato su questa. Scaricati i file e seguite le istruzioni l’installazione è stata qualcosa di banale con un minimo di competenze informatiche, mi raccomando fatelo solo se sapete bene cosa state facendo e quali sono i rischi. Perché se anche l’avete pagato un solo cent il rischio di trovarvi con un mattoncino inutilizzabile è sempre presente.

Ora il tablet fa la sua bella figura in cucina, con funzioni di gestore di mail familiari (più comodo che accendere sempre il PC), radio (sia lodata TuneIn Radio), TV con videoregistratore (tramite YouTube e file del mediacenter), comunicatore (Skype anche con videochiamata anche se devo ancora capire se funziona bene, videochiamarsi da soli non è pratico :-P). Prossimi passaggi saranno Aldiko per la lettura e magari un ricettario. Se avete anche altre app da suggerire mettetele pure nei commenti.

Insomma, secondo me è un prodotto che vale la pena per entrare nel mondo dei tablet e di Android senza spendere un patrimonio, se poi lo si porta a casa gratis comprando le cartucce per la stampante o poco più ne vale ancora di più la pena.

* Non sono in alcun modo legato alla promozione se non per il solo fatto di averla sfruttata. In sostanza si acquista al prezzo simbolico di 1 €cent il tablet a fronte dell’acquisto di 200 € di prodotti nella categoria accessori informatici di molte marche. Informatevi sul sito o nei negozi se interessati, io non voglio saperne nulla.

Assistenza Asus: cronaca di una brutta esperienza

Premessa

Il fratello più giovane del mio VX1 - photo: Pierre Lecourt / Blogee.net

Possiedo da qualche anno un bellissimo Asus Lamborghini giallo. Un Core 2 duo con 2 GB di RAM, un onestissimo display da 15’’ 4:3 e tanti km sulle spalle. Sarebbe più giusto dire “possedevo”, ormai. Ma andiamo con ordine.

Settembre 2011: la sorpresa

Un giorno di fine settembre il display mi abbandona, senza preavviso. Dopo i primi momenti di panico ricordo di aver acquistato la garanzia estesa da Mediaworld, e scopro con piacere di essere nei tempi giusti, ad appena qualche giorno dalla fine del quarto anno. Avvio quindi la procedura di RMA con Asus, vengo messo in contatto con un centro autorizzato (sono un paio in Italia) e preparo come da indicazioni il pacco per il corriere.

Ottobre 2011: le stranezze

Dopo qualche giorno ricevo il preventivo, attorno ai 300€, per la sostituzione di display e inverter. Accetto, consapevole che la garanzia estesa mi avrebbe rimborsato circa l’80% della cifra.

E qui iniziano le prime stranezze: devo scegliere la modalità di pagamento. La procedura prevede la possibilità di pagamento online con carta di credito, ma il sistema non funziona, così come il sistema di tracciamento online dello stato della riparazione. Telefonicamente, il centro assistenza mi comunica che il sistema era in aggiornamento (a gennaio 2012 verificherò in realtà che l’aggiornamento non era mai avvenuto) e che inoltre non avrei potuto pagare con bonifico, ma solo in contrassegno.

Accetto e comunico un indirizzo di spedizione diverso da quello di fatturazione, indicando una persona di fiducia. Questa possibilità mi viene negata:

Gentile centro,
non è possibile eseguire quanto sotto,
Unico campo:
ci comunichi esatto indirizzo di consegna, la fattura riporterà tali dati, il sistema non accetta dati controversi.

Concordo quindi una modifica dell’intestazione fattura a posteriori per potermi rivalere della garanzia Mediaworld a mio nome.

Novembre 2011: l’attesa

A intervalli regolari contatto il centro assistenza che ha in carico il mio PC, ricevendo in risposta che stanno attendendo il pezzo da Asus, e che non hanno tempistiche. Dopo la quarta email vengo invitato a contattare Asus. Che mi risponde che non è in grado di fornirmi le tempistiche.

Dicembre 2011: lo rivuoi?

A inizio dicembre 2011 riscrivo abbastanza irritato, chiedendo le tempistiche. La risposta, non firmata (come tutte le comunicazioni con Asus Italia), mi propone reso non riparato. Ad ogni mia richiesta di chiarimento mi viene copiaincollata la stessa parte di email:

Gentile cliente,
la sua pratica è ancora in attesa delle parti di ricambio e non abbiamo una tempistica da poterle fornire, se lo desidera possiamo rendere il prodotto con una dichiarazione di non reperibilità delle parti.

Rifiuto il reso non riparato, chiedendo part number del componente e  chiedendo che la mia richiesta venga escalata ad un responsabile.

Gennaio 2012: le bugie

Passano le vacanze di Natale, arriva il 2012. A meta gennaio ricevo una mail dal centro assistenza che mi comunica un tracking number DHL, senza altre comunicazioni. Qualche giorno dopo ricevo il PC senza corrispondere nulla al corriere, chiaramente non riparato.

All’interno una bolla che cita “reso per preventivo rifiutato”.

Contatto subito il centro assistenza sottolineando che hanno dichiarato il falso e che la gestione dell’RMA non è stata assolutamente trasparente.

Buongiorno
per questa ed altre informazioni è necessario contattare l’help line Asus all’ 199.400.089
Cordiali Saluti

Febbraio 2012: i questionari

Vari impegni mi fanno dimenticare la faccenda, finché un giorno non ricevo un questionario sulla soddisfazione dal servizio clienti Asus, che valuto in maniera estremamente negativa. Dopo qualche giorno un operatore mi contatta telefonicamente per avere informazioni sul questionario, e per chiedermi delucidazioni sulla mia soddisfazione indipendentemente dal servizio di riparazione. Fatico un po’ a capire, spiego la situazione e l’operatore mi dice che riporterà la cosa nella sua relazione. Boh.

Qualche giorno dopo ricevo un altro questionario. Non mi trattengo più, e sfodero una delle migliori supercàzzole che abbia mai prodotto.

Spero vi piaccia.

Sono stato contattato da un vs. operatore in merito ad un feedback negativo su questo questionario; se questo questionario è un questionario relativo al contatto telefonico relativo al feedback negativo sul questionario precedente, vi prego di non chiamarmi di nuovo per un sondaggio relativo a questo questionario negativo, in quanto peggiorate solamente la mia percezione del vostro servizio clienti; vi prego di contattarmi solamente in caso di sviluppi relativi all’RMA XXXXXX riguardo la quale ho espresso il mio parere estremamente negativo nel sondaggio precedente (non in questo sondaggio). Grazie, saluti, a presto.

Conclusioni, ringraziamenti, riconoscimenti

Non acquisterò mai più Asus. Sono convinto che facciano dei buoni prodotti, ma fare un buon prodotto non è tutto. Quello che è mancato è la chiarezza nel dire subito che la parte non era reperibile per permettermi di organizzarmi diversamente con l’acquisto di un nuovo portatile, e l’onestà nell’avvisarmi della spedizione del reso non riparato. La dichiarazione falsa sulla bolla di accompagnamento è stato un gesto ancora più elegante.

p.s. questo post, il suo autore e il suo editore non sono affiliati in alcun modo con Asus o con il Centro Assistenza autorizzato.

Tron: Legacy, un 3D molto piatto.

Ci ho messo un buon mese per elaborare il lutto, non per la morte di Flynn (padre) e neppure per quella di Tron.

[Disclaimer: visto che ormai chi voleva vederlo l’ha visto e chi non voleva vederlo non lo vedrà grazie alla mia recensione, questo post potrà contenere descrizioni di parti del film che potrebbero rovinare la sorpresa a chi andasse in sala in seguito]

Tron-Legacy-Billboard-USA-04Premetto che attorno al secondo racconto della saga Tron avevo costruito molte aspettative, visto che l’originale rimane per me uno dei più bei ricordi di gioventù. Al suo tempo era un film veramente avveniristico, girato con tecnologie più che all’avanguardia.

Era un film costruito nell’universo informatico, non poteva essere spostato altrove.

Ero così fremente che ho pensato che fosse il primo film a meritare la visione in 3D da parte mia.

Ebbene Tron: Legacy è un qualunque film con una trama che preveda un universo parallelo (non necessariamente informatico) e la realizzazione parziale in 3D (buona comunque l’idea del gioco fra 2D nel mondo reale e 3D in quello virtuale ma allora potevano far pagare come un 2,5D) lascia abbastanza a desiderare. Nelle immagini completamente digitali il 3D c’è e si apprezza, in quelle dall’alto pare di poter dare uno scappellotto a chi passa. Nelle immagini frontali con gli attori invece pare di vedere un bel libro pop up con i personaggi piatti su piani differenti.

Nulla da eccepire invece sui mezzi di trasporto: la costruzione delle moto con tutti gli organi meccanici in movimento in 3D vero è spettacolare ma un film non si regge su un solo effetto speciale.

Il film scorre via nell’attesa dell’inizio, perché l’elemento definitivo non arriva mai. Di un’ovvietà scontata passata ad attingere a piene mani da una miriade di altri capolavori (più o meno) senza evidenziare la citazione. Perché se in L’apprendista stregone il cattivo copia pedissequamente la mossa di Obi Wan Kenobi all’inizio di Episodio IV e il suo assistente aggiunge: “Non sono i droidi che state cercando”, la citazione è lapalissiana e strappa anche un sorriso. Se invece qui si prende su, come dice anche Attivissimo, da una miriade di film (e manca, se non altro, la citazione di Top Gun)

Non mi è piaciuto (aggiungere elenco delle cose che non sono piaciute).

Sì, non mi è piaciuto.

E la cosa più grave è che manca il personaggio essenziale: Bit!

Una cassetta di sicurezza con 3 CD.

Vi è mai capitato di avere dati in una chiavetta USB e che questa si guasti irrimediabilmente o di averla persa e di aver dovuto fare nuovamente tutto il lavoro?

Non è una bella esperienza.

Oppure di aver aggiornato un file su PC dell’ufficio e non averlo copiato anche sulla chiavetta per completare il lavoro dal portatile?

Capita.

E se vi dicessero che c’è una soluzione che vi offre uno spazio di 2 GB per i vostri dati sempre sincronizzati e per di più gratis?

Io mi ci sono fiondato a capofitto.

Dropbox (è un link con un referal code che consente sia a me, sia a voi di avere 250 MB extra di spazio) è la soluzione che fa per voi.

Si tratta di un servizio in cui via web mettere tutti i file che vi servono. Fin qui non sarebbe poi sta grande comodità.

La funzione ottimale invece si ha installando il client di dropbox sul proprio computer (Windows, Mac, Linux) ed anche sul proprio terminale mobile (iPhone, iPad, Android, BlackBerry).

Il client per computer crea una cartella denominata dropbox nel percorso da voi scelto, una volta aggiunte le credenziali i file dentro quella cartella saranno sempre sincronizzati con lo spazio sui server dropbox e da questo su tutte le altre cartelle dropbox collegate con il vostro account. I file inoltre potranno essere scaricati dall’applicazione mobile (che non sincronizza in automatico per non prosciugare i piani dati e la batteria dell’apparecchio) o da web sempre protetti dalle vostre credenziali d’accesso.

I dati sono sincronizzati, vuol dire che anche se non siete connessi avete il file comunque disponibile (ovviamente aggiornato all’ultima connessione, non fa miracoli). Appena tornerete online si occuperà il computer di aggiornare la sincronizzazione fra la vostra cartella ed il server.

È anche possibile salvare i file in sottocartelle pubbliche, in questo caso si potrà avere l’URL da comunicare in giro per far scaricare il file liberamente a chiunque. C’è infine la possibilità di condividere alcune cartelle con un gruppo di utenti. In questo modo ad esempio tutti i membri di un gruppo di lavoro avranno accesso ai file di un progetto mantenendo comunque ciascuno il controllo personale sugli altri file ed avendo lo storico di accesso in lettura e modifica di ciascuno dei file.

Se poi uno si trova bene con i 2,25 (anziché 2, grazie a questo link) GB e ritiene di aver bisogno di più spazio può sempre acquistarne fino a 100 GB.

Se ci pensate è anche un sistema rapido di backup (che non sostituisce comunque un backup professionale, qui se cancellate un file il file non c’è più e viene tolto anche in tutti gli altri computer sincronizzati) per cui un file viene comunque salvato altrove rispetto al vostro PC.

Insomma, io penso che una prova si possa fare visto che non costa nulla e richiede pochi minuti, se poi anche voi lo troverete comodo potrete a vostra volta promuoverlo fra i vostri conoscenti e colleghi.

Rispondete al telefono sempre con la massima concentrazione.

In alternativa: Collegare il cervello prima di alzare la cornetta.

È un titolo un po’ lungo, ma penso che lo attaccherò a tutte le cornette dell’azienda e di casa.

Ieri: mi telefona un commerciale* Telecom Italia per informarmi che la settimana prossima avrei ricevuto gratuitamente un computer portatile per due settimane senza alcun impegno. Se non fossi stato ben pronto a stopparlo mi avrebbe fatto sottoscrivere un contratto di non so quanti mesi (non l’ho trovato sul sito) al quale avrei dovuto dare disdetta in modalità originali (su questo i legali delle grandi aziende sono molto fantasiosi) o magari con la banale raccomandata A.R. e spedizione a mio carico del reso.

Oggi: mi telefona un’operatrice di 1240 Seat per chiedere conferma dei miei dati anagrafici. Le rispondo che sono correttissimi quelli che hanno già in base ai miei contatti recenti con il loro commerciale. È a questo punto che esce il motivo reale della chiamata: vendermi servizi aggiuntivi. Se avessi accettato di ripetere i dati mi sarei trovato con un’ulteriore fattura da pagare.

Vi è mai capitata una telefonata in cui chiedessero solo di confermare la Partita IVA? Occhio che non arrivi una fattura sconosciuta.

Oramai ho implementato un sistema di filtri mentali su più livelli:

  1. Numero in rubrica: livello minimo, sono persone note e fidate
  2. Numero locale: livello basso, si tratta perlopiù di clienti
  3. Numero cellulare: livello basso, difficilmente i piazzisti usano un cellulare
  4. Numero fisso: livello medio, possono essere clienti o fornitori, qualche volta anche piazzisti come una venditrice di vino proprio oggi
  5. Numero nascosto: livello massimo, salvo ridurlo quando si identificano come clienti o fornitori (ma perché lo nascondono?). Spesso e volentieri pochi istanti di disattenzione possono portare a perdite di tempo immani per contestare fatture per prodotti o servizi non volontariamente richiesti.

Piuttosto che rispondere sovrappensiero piuttosto lasciate la cornetta dove sta. Se non avete tempo dite subito che richiamino in un altro momento. Non rispondete mai alle domande dell’operatore di turno facendo un altro lavoro.

* Sono ben cosciente del fatto che con ogni probabilità non si tratta di dipendenti diretti ma più probabilmente operatori a cottimo di rivenditori a cottimo dell’azienda.