Si dice che Gianni Riotta sia un giornalista. Malgrado questo non ha un buon rapporto con l’italiano o perlomeno con la sintesi prevista dall’utilizzo del mezzo.
Non mi risulta che alcuno sia obbligato a prendere in mano Twitter per scrivere un pensiero ampio che richiede più di 140 caratteri, semmai poi si farà un richiamo da Twitter al contenitore più capiente.
Non è invece consentito maltrattare così una lingua per esprimere un concetto, non è un telegramma in cui si da rapida conferma di un’informazione già nota e condivisa.
Mi sembra la barzelletta dell’uomo genovese che doveva organizzare il funerale della moglie, ve la racconto nel caso non la sapeste o ricordaste.
Ad un uomo di Genova muore la moglie e si reca dall’impresa funebre per organizzare il funerale.
Alla richiesta dell’addetto si appresta a mettere giù il manifesto funebre. “Oggi è venuta meno Marta, la luce dei miei occhi per per anni mi ha accompagnato…” L’addetto lo ferma facendo notare che il manifesto ha un costo di cinque euro a parola.
La nuova stesura allora fu “Morta Marta.” L’addetto intervenne nuovamente dicendo che le prime cinque parole sono comunque comprese nel costo del manifesto.
Fu così che la stesura finale recitava: “Morta Marta. Vendo Panda rossa.“
Ok, non vi sarà piaciuta ma rende comunque l’idea. Non sempre si può contrarre un concetto e non sempre si può fare uno zibaldone come quello di Riotta.
Ed un professional journalist dovrebbe sapere queste cose meglio di noi citizen.
E se proprio dovessi togliermi un dente del giudizio (piuttosto che trapanarlo) è vero che mi rivolgerei ad un dentista professionista, ma magari chiederei informazioni ad un cittadino che quel dentista conosce piuttosto che ad un giornalista molto spesso incompetente quando non deliberatamente trascrittore di comunicati stampa.
(via: Mantellini)