Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno.

Sono venuto a conoscenza su Facebook di una petizione (non la linkerò, ma i favorevoli potranno facilmente trovarla) che sarà inviata alla Boldrini, a Renzi ed a Mattarella (chissà perché è stato escluso il Presidente del Senato, forse lo danno già per chiuso) al raggiungimento del ragguardevole traguardo di 100 (sì, CENTO) firme. In una settimana hanno raggiunto 28 firme.

Queste le richieste per la nascita di un figlio:

  • 80% dello stipendio
  • 400 giorni di maternità
  • 60 giorni di paternità per il padre

La petizione non indica alcuna fonte per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie per pagare 12 stipendi (l’80% di 15 mensilità) per ogni bambino nato.

Non oso immaginare come possa in Italia, ricca di aziende di dimensioni minuscole in cui a volte c’è una sola o pochissime dipendenti, essere ragionevole per una qualunque attività rinunciare ad una lavoratrice adeguatamente formata per un periodo di 13 mesi. Temo sinceramente che ancora una volta le donne verrebbero discriminate nella scelta.

Non è dato sapere come funzionerebbe per le libere professioniste, la petizione parla solo di stipendio.

A queste mie rimostranze, probabilmente riportate in modo più colorito, mi sono sentito dare dall’autore della petizione residente in Svezia (e non capisco perché debba voler modificare la normativa italiana), in ordine di apparizione: ragionamenti da terzo mondo, omofobo (va di moda, come la rucola sulla pizza), la causa dei problemi che abbiamo in Italia (ma non sei svedese), tu scrivi cazzate, l’idiota sei tu.

Inutile pensare di continuare il discorso se gli argomenti sul piatto sono questi.

Io dico che, solo con questo cospicuo investimento e senza prendere in seria considerazione anche tutto ciò che viene dopo, sarebbe semplicemente deleterio.

Leggendo su uno di quei siti specialistici per neogenitori l’Italia risulta a metà classifica. Sempre dallo stesso elenco prendo 2 modelli che potrebbero secondo me aiutare le famiglie: quello brasiliano e quello francese. Perché alla fine dei 13 mesi di congedo se non puoi mandare tuo figlio al nido l’unica soluzione è lasciare il lavoro.

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