Premessa 1: un concordato è un atto bilaterale fra la Chiesa cattolica e un altro stato, non solo l’Italia.
Premessa 2: un concordato viene sottoscritto da due parti le quali concordano su alcuni punti e viene sottoscritto dai due governi, quello con l’Italia del 1984 è stato sottoscritto dal Presidente del Consiglio Craxi e dall’omologo (Segretario di Stato della Santa Sede, come titolo ufficiale) Card. Casaroli.
Premessa 3: se non si concorda più serve un nuovo atto bilaterale di modifica, come ad esempio quello del 1984 che aggiornava il concordato del 1929 in quanto in parte non più attuabile (vedi ad esempio che l’Italia avrebbe dovuto giustiziare Mehmet Ali Ağca quando in Italia non esisteva più la pena di morte).
Premessa 4: la diplomazia ha regole d’ingaggio estremamente complesse, quelle che arrivano al grande pubblico (sia in positivo che in negativo) sono solo echi delle trattative sottotraccia e spesso sono concordati.
Quindi chi dice che basterebbe abolire il concordato dimostra ignoranza perché:
– come detto la modifica, ed ancor più l’abolizione, richiedono un accordo diplomatico internazionale. “Sì, ma è la Chiesa, mica l’America!” certo, ma l’America di fronte a uno stato che viene meno ai trattati internazionali sottoscritti potrebbe pensare di avere un traditore come alleato.
– quella nota verbale fa parte di un percorso diplomatico ben più ampio, fermarsi a quell’atto ignorando tutti i passi precedenti è come dire che il calciatore segna perché si trova nel punto giusto al momento giusto senza prendere in considerazione i passaggi che gli hanno consentito di farsi trovare lì, non per caso ma per tattica, conoscenza e allenamento.
– fra l’altro quella nota verbale è stata resa pubblica (legittimo) dal destinatario che avrebbe potuto semplicemente ignorarla nel segreto dei rapporti diplomatici.
Quindi, al di là del DDL Zan che ha problemi oggettivi e molti di quelli che lo voterebbero si affrettano a dichiarare che poi si potrebbe sistemare, è necessario sapere che gli stati dialogano e fanno bene a farlo (perché quando smettono di dialogare iniziano a fare la guerra), che la Chiesa cattolica è uno stato riconosciuto (osservatore permanente alle Nazioni Unite) e dialoga con gli altri stati tramite i propri ambasciatori (nunzi apostolici) e riconosce le ambasciate altrui. E’ indispensabile riconoscere che la Chiesa ha diritto di segnalare che una legge potrebbe ledere il concordato ed era altresì diritto dell’Italia ignorare la nota verbale. L’Italia aveva il diritto e l’ha esercitato di rendere pubblica la nota affinché diventasse elemento del processo politico democratico che ci caratterizza (a maggior ragione con un’estensione tale della maggioranza).
Ho idee più da fantapolitica che non esprimerò qui ma di certo l’atto della Chiesa e la reazione dell’Italia rientrano a pieno titolo nel diritto ed in alcun modo questo lede la laicità dello stato.
La Chiesa deve rendere a Dio ciò che è di Dio, ma qui ci siamo fermati sulla prima parte ovvero rendere a Cesare ciò che è di Cesare.