60 milioni di riformatori della scuola.

L’Italia, si sa, è piena di tuttologi. Ci sono 60 milioni di CT della nazionale, 60 milioni di PresDelCons ed ovviamente anche 60 milioni di riformatori della scuola.

Ed ovviamente anche io italiano sono fra questi.

Ed altrettanto ovviamente non sono d’accordo con gli altri 60 milioni – 1.

Così partendo da una “lettera” scrivo la mia risposta da tuttologo più tuttologo dell’autore. Se non altro perché la sua esperienza si ferma alla seconda media mentre io in seconda media ci sono arrivato con il sesto figlio.

Partiamo dal presupposto che i test INVALSI nella scuola italiana sono assurdi. Assurdi in quanto tali ed assurdi nelle modalità con cui vengono erogati.

In quanto tali perché un test per avere senso deve misurare l’esistente, non indurre a formare le persone per il superamento del test. Ma di questo ho già scritto ampiamente qui.

Per la modalità di erogazione perché sono fatti dalla scuola stessa, dunque falsati dagli insegnanti presenti che per “tirare su il nome della scuola” a volte non esistano a fornire un aiutino soprattutto in certe zone del territorio.

Partiamo da “mio figlio ha avuto la media abbassata in Italiano“, il voto in pagella non è una media ma un voto assegnato dal consiglio di classe che tiene conto anche dei voti ma non solo, ci sono tante altre dinamiche. Se poi per un solo 7 la media passa da 9 a 8 significa che c’era un solo altro voto in tutto il quadrimestre. Forse il brutto INVALSI era solo un capro espiatorio. Non conoscendo la classe però non posso sapere esattamente. Sono invece certo della dannosità dei test INVALSI e di molti altri analoghi che mirano ad avere non persone ragionanti e preparate ma solo superatori di test.

Per quanto riguarda i “consigli per i non compiti delle vacanze” mi pare che in buona parte prevedano compiti ben corposi. Leggi, osserva, scrivi, gioca. Ne risulta che alla fine di compiti se ne sono fatti molto di più, ma senza la burocratizzazione degli stessi.

Vorrei dire che nella scuola ci sono gli organi collegiali in cui anche i genitori partecipano, stranamente in tutto il post stranamente non vengono nominati. Difficile per un riformatore della scuola pensare di dover passare da organi collettivi, la propria idea dovrebbe venire valutata. Resta comunque il fatto che io comunque mortale non mi sognerei mai di voler andare ad insegnare il suo mestiere ad un cardiochiurgo, perché dovrei essere in grado di insegnare ad un insegnante?

Il passaggio “scuola pubblica o privata” poi è vetusto, le scuole private in Italia sono una minoranza molto esigua. Al contrario in Italia dal 2000 quelle che rilasciano direttamente titoli di studio sono solo le scuole pubbliche che si suddividono in statali, paritarie degli enti locali, paritarie private. Non confondiamo le scuole paritarie private con le private visto che le prime sono pubbliche anche se non statali.

Interessante anche notare come in Europa le scuole non statali siano una risorsa addirittura fondamentali per contrastare ogni possibile deriva totalitaristica mentre in Italia le si ritiene dannose per lo stesso motivo.

Vediamo un po’ i 6 punti:

1) la scuola deve essere inclusiva, deve consentire a tutti di raggiungere un risultato minimo (non comel voto ma con la conoscenza) senza penalizzare le eccellenze, l’ho sempre detto, in ogni scuola. Mi sono arrabbiato parecchio quando ho sentito “la pagella del primo quadrimestre la stampiamo solo se ci sono delle insufficienze”. E se uno volesse raggungere la media dell’8 perché non deve essere in grado di sapere accuratamente la sua situazione? Per l’università di cui ho già qualche esperienza l’asticella non è certamente bassa.

2) la scuola non è un ristorante, non basta un prof stellato per fare una buona classe, la materia prima su cui operano gli insegnanti è tanto variegata che lo stesso gruppo docente, con le stesse metodologie e gli stessi strumenti otterrà da due classi risultati molto diversi. Lo dico per esperienza diretta. E l’esperienza buona o cattiva di un classe la fanno anche i genitori, più di quanto chiunque possa aspettarsi.

3) Nulla da aggiungere su questo punto, l’ho detto più volte che se la GDO organizzasse la propria struttura per la comodità di chi deve riempire gli scaffali anziché per i clienti fallirebbero in breve tempo. Forse il vantaggio è nell’obbligatorietà della scuola che consente di non perdere utenza.

4) Responsabilizziamo tutti, anche i genitori che non si fanno vedere a scuola neppure dopo la sospensione del figlio. Per quanto riguarda i dirigenti  (ma io sarei favorevole ad un progressivamento potenziamento del Consiglio d’Istituto) assieme alle responsabilità diamo anche gli strumenti. Ci sono docenti che non dovrebbero esserlo. Magari sono anche ottimi liberi professionisti, ma poi non sono in grado di trasferire agli studenti il loro sapere. Perché non esiste uno strumento adeguato per indurli a fare un altro mestiere?

5) Apriamo la scuola, ma anche apriamo un sistema di formazione nell’azienda. (su questo dovrei scrivere un post, forse un giorno)

6) Giudicati sì, ma sulla sostanza e non sulla forma. Sulla gara e non sull’allenamento.

Senza coinvolgere maggiormente le famiglie non si potrà fare una riforma efficace della scuola. Io ci sto dentro da 15 anni ed ho visto tanta gente passare. Pochi fermarsi a lavorare.

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