Parole al Facebook.

Leggevo poco fa questo post di Gianluca dove racconta che le azienda stanno sostanzialmente abbandonando il modello dialogo sui social network per tornare a (o dirigersi verso) un modello broadcast.

Io vedo un problema principale: l’interlocutore. Come può un’azienda, che non ha mai rapporti nel mondo reale con gli utilizzatori finali dei suoi prodotti, sostenere una conversazione a distanza con gli stessi? Semplicemente non può.

Il problema però è un altro, e secondo me si può riscontrare in un altro post sempre di Gianluca. Con chi esattamente volevano comunicare le aziende sui social network?

Le aziende parla(va)no con i consumatori per cercare di costringere i rivenditori ad investire di più. Ma io, che per mestiere sono l’anello intermedio della catena distributiva, dovrei mai investire in prodotti nati dalla mente contorta di un manager che non conosce minimamente il suo mercato?

Perché io rivenditore dovrei avere a cuore il tuo prodotto se lo ritengo inutile per i miei clienti? Quando il cliente avrà interloquito con il tuo megafono, caro produttore, poi parlerà con la mia voce naturale e gli spiegherò che no, non è quello il prodotto che risolve* la sua necessità.

A questo punto effettivamente la soluzione è quella: basta comunicare con il megafono alle singole persone, meglio farlo in massa. Costa meno.

Ma anche comunicare meglio con (e risolvere i problemi a) la rete vendita potrebbe essere una valida alternativa. Ma non ci sarebbe più bisogno del direttore marketing.

* la risoluzione dei problemi è l’unica mossa che può salvare le aziende, ma lo scriverò in un altro post. Un giorno.

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