Impedimento nucleare.

Il governo, accantonando l’ipotesi di un ritorno al nucleare civile, ha di fatto cancellato il relativo referendum.

È stato fatto per ridurre l’interesse sugli altri quesiti ed in particolare su quello relativo al legittimo impedimento? Probabile.

Però io i promotori che ora si stracciano le vesti per questo non li capisco. Già hanno avuto una vittoria non scontata, il nucleare in Italia è stato nuovamente accantonato.

Ora devono concentrarsi sull’acqua (ad esempio spiegando quale sarebbe l’effetto deleterio per l’acqua potabile che io non l’ho mica capito visto che sono tantissimi anni che io l’acqua del rubinetto la pago ad una SpA) e sul legittimo impedimento.

Ma lo devono fare con argomenti concreti ed oggettivi, non con le solite polemiche che aggiungono confusione a confusione se vogliono almeno cercare di avvicinarsi al quorum.

Già, perché quello che interessa ai referendari più di ogni altra cosa è il quorum perché…

Insomma, non accorpare i referendum con le elezioni amministrative nella speranza che falliscano ci costerà 300 milioni di euro, ma ad accorparle alle amministrative con la certezza di raggiungere il quorum ci sarebbe costato molto di più.

Io propongo di ridurre il rimborso e di spartire la cifra, sempre al raggiungimento del quorum, in modo proporzionale al risultato fra comitato promotore (ovviamente per il ‘sì’) e comitato del ‘no’, perché così verrebbe ridotto ai casi di effettiva assurdità dell’interpello il suggerimento all’astensione (e ci tengo a ricordare che i primi fautori dell’astensione sono stati i radicali una volta che non avevano promosso loro il referendum).

Nel frattempo comunque chi vuole portare gente alle urne la motivi chiaramente spiegando. E se non sei capace di spiegarlo come si deve evita di farne un referendum.

Lo stato dell’arte dell’e.commerce.

Domani presso la Camera di Commercio di Milano si terrà l’annuale incontro organizzato da Casaleggio per parlare di commercio elettronico.

Quest’anno avevo deciso di andare e di andare in treno con il fiammante freccia rossa.

L’esperienza è stata tragica, al primo tentativo di acquisto ho scoperto che non ho mai attivato il Verified by Visa (un’assurdità che si trascina da parecchi anni) sulla mia carta aziendale, ordine buttato.

Entro nel portale titolari di CartaSì per attivarlo, malgrado abbia inserito le mie credenziali non vedo alcun modo per attivare il sistema. Sono costretto a chiamare un numero a tariffazione speciale per chiedere informazioni.

Di fatto l’amministratore della carta non può attivare la funzione, la deve fare il titolare della carta (in questo caso sempre io) dopo essere stato inserito fra gli autorizzati ad operare. Creo il mio profilo individuale. Visto che non c’è il logout chiudo la tab di CartaSì e ne apro una nuova.cartasi Sorpresa! Non mi fa entrare, probabilmente un cookie si appende dove non deve ed il sito va in un magnifico errore. Di fatto devi chiudere tutto il browser e riaprirlo (azzerando anche tutti gli altri tab aperti) per entrare con le credenziali dell’utente anziché dell’amministratore.

Dopo un po’ di menu poco intuitivi riesci ad abilitare il Verified by Visa (o 3D secure, i nomi vengono spesso intercambiati per far risultare la cosa più semplice all’utente normale).

Torno sul sito de lefrecce per prenotare finalmente il mio treno (obbligo di registrazione se vuoi anche la fattura dei biglietti) e prima fai il login e poi l’ordine perché in senso opposto (che pare dovrebbe essere fattibile) mi ha azzerato le selezioni.

lefrecceComunque all’ennesima prova arrivo al momento del pagamento, subito prima di mettere i dati della carta e l’agognata password del Verified by Visa e… sorpresa!

Mi dispiace tanto, ma domani penso che mi risparmierò il costo e la fatica del viaggio e rimarrò nella mia aziendina a fare del mio meglio (sapendo che sono ben lontano dall’ottimizzazione) che comunque due grossi operatori istituzionali non sono riusciti a mettere in piedi.

Chissà, magari da qui all’edizione 2012 riuscirò a prenotare un biglietto per un treno o forse andrò appena il teletrasporto sarà funzionante, sperando che venga gestito da un’azienda attenta ai dettagli, non vorrei essere lasciato in qualche non luogo perché ho dimenticato di inserire una password.

HTC Incredible S: prova su strada

Euronics mi ha proposto via Friendfeed la prova del nuovo terminale Android del produttore coreano. Avendo recentemente distrutto il povero Tattoo, accetto volentieri, incuriosito dalle caratteristiche generose del terminale e dal fattore di forma per me ancora inesplorato.

Il mostro

Caratteristiche tecniche

Come dai dati dichiarati da HTC, il display è un generoso 4” WVGA (480×800), luminoso e molto leggibile. Sotto il cofano ha un processore da 1GHz con 750mb usabili di memoria interna (1.1 GB totali), una batteria da 1450 mAh e una durata (irrealisticamente) dichiarata di 280 ore in standby sotto rete GSM. La fotocamera ha un sensore da 8Mpx ed è in grado di registrare video in HD a 720p.

Hands on

Appena uscito dalla confezione, noto il fattore di forma molto interessante, poco più grande dei modelli in commercio con diagonale minore e il dorso ha una bombatura curiosa, che inizialmente mi lascia perplesso (sembra una scusa per fingere che il terminale sia più sottile e far spazio alla batteria). Con l’uso però la forma si rivela molto comoda e antiscivolo, e il feeling è proprio quello di un terminale molto sottile.

Il dorso è molto sagomato

I 4 tasti inferiori, sensibili al tocco, sono retroilluminati e ruotano assieme al telefono di 90° a sinistra (ma non a destra). La retroilluminazione è palesemente poco curata e cambia addirittura da tasto a tasto quando si osserva il telefono da una posizione naturale. La dichiarazione del produttore riguardo la rotazione dei tasti “In HTC Incredible S abbiamo prestato cura a ogni minimo dettaglio” sembra un poco eccessiva.

Differenze di retroilluminazione ad angolazioni di poco differenti

Software

Il terminale è stato aggiornato cortesemente ad android 2.3.3 Gingerbread direttamente da Euronics. L’ interfaccia è la nuova Sense UI, a mio parere il punto debole del telefono.

Come nelle vecchie versioni, ho apprezzato la presenza del dialer intelligente (che mostra i contatti cercando in tempo reale sia fra i numero di telefono che tra i nomi) e la tastiera HTCIME, sempre molto precisa a correggere gli errori di battitura.

Purtroppo la ROM HTC, rispetto ad una ROM Gingerbread comune, rende alcuni compiti un poco più noiosi. L’ inserimento dei widget è nello stesso menu che permette di modificare sfondi, skin, suonerie e allarmi (!). Il vassoio delle notifiche di sistema contiene un elenco delle applicazioni recenti (accessibile anche con long press del tasto home), mentre le impostazioni veloci (rete, gps, Bluetooth) sono relegate ad una scheda. In modalità orizzontale questo permette di vedere una sola notifica per volta.

Il cassetto notifiche e il menu di inserimento widget.

Applicazioni

Il telefono viene fornito con alcune applicazioni preinstallate.

Un’applicazione Altro che è semplicemente un link verso la homepage di HTC Mobile. Che è anche la homepage di default del browser. Boh!

Mail è ottima, come nelle versioni precedenti, per gestire account POP, Exchange o IMAP. L’utente aziendale non avrà certo grossi problemi a gestire l’account lavorativo.

Le classiche funzioni social, integrate nella Sense, sono accessibili anche dall’applicazione Friend Stream.

HTC Hub, una sorta di market per aggiungere widget, profili, skin e suonerie (è necessario un account HTC Sense)

HTC Likes, un altro market parallelo con le applicazioni consigliate da HTC, che rimanda al market ufficiale per l’installazione

Biscottino? (HTC Likes)

C’è un Lettore di ebook appoggiato a Kobo, con alcuni titoli in inglese precaricati, possibilità di annotazione e ricerca parole. Lo store è assolutamente privo di titoli in italiano.

Un server / client DLNA, Media connessi, permette di accedere alle risorse in rete locale o effettuare streaming verso altri dispositivi.

Pannello Auto integra un sistema di navigazione con mappe scaricabili offline, l’integrazione con footprints e la possibilità di acquistare voci, mappe e autovelox. Comprende un mese di licenza gratuita per le mappe mondiali. Inoltre integra una funzione di chiamata vocale molto comoda.

Le immancabili Torcia e Specchio fanno uso rispettivamente del flash LED e della fotocamera frontale a bassa risoluzione.

Sul campo

Ho avuto modo di usare il terminale come telefono principale per una decina di giorni di uso normale più 5-6 giorni di smanettamento estremo all’inizio.

La batteria, con un uso tipico (connessione dati e wifi accesi solo quando necessario, 5-6 chiamate brevi al giorno e una trentina di sms) dura poco meno di 2 giorni. Spegnendo il telefono di notte arrivo alla fine della seconda giornata senza troppe preoccupazioni.

L’avvio del telefono è velocissimo, bastano 5 secondi per avere la schermata di inserimento del pin, e meno di una decina di secondi per avere l’interfaccia pronta all’uso.

Purtroppo ho riscontrato che la qualità delle chiamate è piuttosto scadente: molte persone mi hanno riportato echi della mia voce, che in alcuni casi riuscivo anche ad avvertire. Gli auricolari in dotazione rendono il volume della voce poco udibile, il microfono è molto distante dai padiglioni. Con il sistema bluetooth dell’auto ho ottenuto risultati decisamente migliori.

Il touchscreen è preciso, ma in qualche caso con il telefono appoggiato in piano si è verificata l’attivazione spontanea di qualche applicazione (dovuta a falsi tocchi).

Va detto a parziale difesa del terminale che spesso i modelli forniti in prova sono ricondizionati, o comunque non vengono sottoposti agli stessi controlli di qualità dei terminali comuni.

Fotocamera

Il pezzo forte di questo terminale è la fotocamera, fra le risoluzioni più alte in commercio e in grado di registrare video a 720p (guardatelo in HD!).

La qualità delle foto è ottima, considerando le limitazioni della dimensione del sensore e dell’ottica non eccelsa. Il rumore si inizia a sentire attorno a sensibilità ISO di 400, e a luminosità ridotta il bilanciamento del bianco tende a virare su tonalità calde, cosa comunque normale per questo tipo di fotocamere. Il flash integrato è costituito da 2 LED a luce bianca.

Nessun aereo scuola è stato molestato durante la prova di questo terminale
Il lago visto da Maccagno

Concludendo

Il terminale è di buona qualità ed è assolutamente in linea con le offerte del mercato per quanto riguarda il rapporto qualità / prezzo. Qualche cura maggiore nei dettagli a livello software e nella parte della telefonia avrebbe fatto di questo terminale un prodotto veramente incredible. Resta comunque un telefono molto valido e dall’aspetto intrigante.

HTC Incredible S è in vendita da Euronics a 529,00 €.

Quattro piazze.

Sabato scorso ero a Cervia, provo a fare il check-in su Foursquare ma non trovo il luogo dove mi trovo.

Vedo però che c’è uno special vicino, un negozio di computer regala il coltellino svizzero della Intel (o altri gadget del medesimo produttore informatico).

Percorro le poche centinaia di metri ed arrivo al negozio per fare il checkin. Il giovane titolare mi accoglie cordialmente, anche se non ho bisogno di comprare nulla, mi consegna il premio e ci mettiamo a fare due chiacchiere prima che io torni al motivo principale della mia trasferta.

Vista la cortesia mi sembra corretto almeno un link al loro venue.

P.S.: Se termini come foursquare, checkin e venue vi sono sembrati strani non preoccupatevi, quelli sani siete voi (che però non prendete i coltellini Intel).

Tablet Android: Olivetti OliPad 100.

Il sottoscritto accanto a Marco Zamperini ed Elena Franco.

Giovedì scorso ho avuto l’opportunità esclusiva (onestamente pensavo saremmo stati molti di più rispetto alla quindicina di presenti in tutto ad ascoltare la presentazione di Riccardo Jelmini e Monica Gallinardi) di partecipare nella sede di Telecom Italia alla presentazione dell’Olivetti OliPad 100, il primo tablet nato nella casa della grande O di Ivrea.

Mi è stato chiesto se non fosse da pazzi presentare l’OliPad il giorno prima dell’uscita dell’iPad 2. No, nella misura in cui il mercato è in forte crescita e sostanzialmente non si scontrano come segmento a cui si rivolgono, la differenza stessa di prezzo lo dimostra. OliPad 100 esce a 399 Euro di prezzo consigliato ma è possibile averlo anche con diverse formule in abbinamento all’ADSL Alice o ad un abbonamento TIM. Olivetti in ogni caso è cosciente di non poter competere frontalmente con Apple e dunque non se ne preoccupa oltremodo.

La scatola

Sopra iPad, sotto OliPad (Foto: Elena Franco) Clicca sulla miniatura per vedere la foto grande.

Per quanto riguarda l’aspetto fisico, non sono assolutamente d’accordo con chi dice che assomiglia troppo ad un iPad. Ci sono altri dispositivi ben più cloni. Ovvio che essendo un tablet ha certe caratteristiche fisiche che non possono essere dissimulate ma siamo al livello di dire che due auto si assomigliano perché entrambe hanno quattro ruote.

(Foto: Elena Franco)

Poteva certamente avere più personalità, rimane in fondo un po’ anonimo a partire dalla O rossa su fondo nero che quasi si nasconde. Io ad esempio sarei partito anche con la versione in bianco (vedi sotto nei suggerimenti). Essendo un 10″ in 16:9 le misure sono quelle, sullo spessore, pur essendo grosso, onestamente non mi pare che faccia effettivamente la differenza.

Sopra OliPad, sotto iPad. (Foto: Elena Franco)

Quanti sono quelli che in un net/notebook giudicano lo spessore più importante della diagonale dello schermo?

Dentro la scatola

Ha caratteristiche di tutto rispetto, da prodotto di nuova generazione a partire dalla CPU dual core ad 1 GHz, 1 GB di RAM e 16 (espandibili) per l’archiviazione (tutti i dettagli sul sito ufficiale). Essendo un tablet wi-fi + 3G (il 3G solo per dati ed SMS, non ha la telefonia a differenza ad esempio del Galaxy Tab) si nota molto la mancanza del GPS integrato. Non sono riuscito a capire il motivo di questa scelta. Lo schermo fa il suo mestiere, c’è chi lamenta un angolo di visuale troppo ristretto, io in un dispositivo simile lo vedo più come una feature che come un bug perché chi mi sta attorno non riesce a farsi troppo comodamente gli affari miei. La batteria è generosa, 3.650 mAh che non ti fanno mai sentire agli sgoccioli, con un uso normale dovrebbe garantire la giornata lavorativa senza alcun dubbio.

Android

Come appare una delle tre schermate home. (Foto: Elena Franco)

Siamo giunti al punto saliente del prodotto. L’Olivetti OliPad 100 monta un Android 2.2 Froyo talmente personalizzato che l’interfaccia HTC Sense è nulla al confronto al punto che ho fatto un po’ di fatica a raccapezzarmici. Se a questo aggiungiamo che non ha le app Google installate (come ben sappiamo gli applicativi Google non hanno la stessa licenza del sistema operativo e dunque vengono installate solo con il permesso specifico di Google che per Froyo non lo da per dispositivi oltre i 7″) e neppure il market Android viene fuori che l’uso dell’OS col robottino verde è quasi solo incidentale. Questo forse è il limite maggiore del dispositivo come spiegherò nelle conclusioni.

Il software

Dal punto di vista del software, che è sostanzialmente la parte generata in Italia del progetto, abbiamo un numero tutto sommato limitato di applicazioni. Facebook, Twitter e Youtube ad esempio aprono il browser rimandando alla versione mobile dell’interfaccia web (addirittura Twitter poi mi suggeriva di scaricare l’app per iPad :-P). Per le mail c’è un’applicazione proprietaria che non sono riuscito a configurare per il mio account aziendale su Google Application ma probabilmente era un problema di connessione e di tempo a disposizione. Il browser è ben fatto, veloce, supporta Flash e può essere configurato per presentarsi come browser standard o mobile, in modo da poter ingannare anche certi “posti di blocco” che vorrebbero farti pagare in base al dispositivo che usi o per poter sfruttare al meglio i 10″ quando i siti vorrebbero farti vedere la versione progettata per uno schermo da 2-3″.

Menzione a parte merita Biblet, l’e-reader di casa (o di condominio se vogliamo). All’interno c’era un libro di esempio: la Divina Commedia. La tipografia era talmente scadente che il testo non andava a capo dopo ogni verso ma solo dopo ogni terzina. Non so se gli altri prodotti editoriali acquistabili tramite Biblet siano meglio o peggio, di certo il biglietto da visita lasciava molto a desiderare.

Accessori

Riccardo mentre ci mostra alcune slide dall'OliPad (Foto: Elena Franco)

Non si può non prendere il suo supporto (che dovrebbe costare una ventina di euro) che funge da base di ricarica e consente di collegare due dispositivi USB (ho chiesto se regge una tastiera ma mi è stato suggerito comunque di prenderla BT) ed ha la porta HDMI full’HD per collegarlo ad un TV.

Conclusioni e suggerimenti ad Olivetti

Un hardware con molti pregi e pochi (anche se evidenti) difetti ad un prezzo più che buono rispetto ai concorrenti diretti. Un firmware fortemente limitato e già tagliato fuori da aggiornamenti importanti (è stato escluso il passaggio ad HoneyComb o anche solo a GingerBread mentre aggiornamenti minori e bug fixing sono assicurati).

Al termine di questa mia analisi (che comunque si basa su in incontro ravvicinato di appena un paio d’ore, nulla che possa essere assimilato ad una prova sul campo per almeno un paio di settimane e che spero di poter fare) ritengo che questo prodotto per poter avere un mercato decente richieda alcuni interventi mirati dietro le quinte soprattutto sulle applicazioni presenti di default e sulla facilità di installazione di altre. Slide Me preinstallato non mi pare la soluzione.

Il target di questo prodotto dal mio punto di vista si riduce sostanzialmente a tre categorie ben definite e non sovrapponibili:

  1. Gli smanettoni. Come già dicevo l’hardware è soddisfacente e quindi, visto il prezzo concorrenziale, rootare ed installare una rom cucinata potrebbe dare le sue soddisfazioni (ho chiesto come si comporterà l’assistenza tecnica di fronte ad un terminale rientrato per problemi in garanzia qualora fosse installato un firmware non originale, mi è stato detto che si informavano e mi facevano sapere. Quando avrò la risposta la riporterò). Questa però è la categoria a cui meno punterà Olivetti sia dal punto di vista numerico di esemplari venduti che dal punto di vista del post vendita.
  2. Le aziende. Pare che sempre più aziende stiano pensando a fornire tablet al posto di PC (forse il passo successivo è l’eliminazione della scrivania?) ed Olivetti forte del suo marchio potrebbe essere il fornitore di riferimento. Oltre all’aspetto commerciale (leasing, assistenza tecnica, ecc.) molto dipenderà anche dal software a corredo che andrà ampliato e focalizzato. Dunque di serie ci vogliono tutti gli strumenti di produttività aziendale (suite per ufficio, client mail, rubrica ed agenda sincronizzabili con il server aziendale o con la cloud) ed anche strumenti di amministrazione remota centralizzata per installazione, aggiornamento, rimozione, backup di ogni terminale. Questo è un segmento fondamentale per Olivetti qui si fanno i numeri nella fornitura ed ancora più si fanno i numeri nei servizi aggiuntivi. Se entro un paio di mesi iniziano ad offrire queste soluzioni potremmo trovarci a fine anno con un numero di OliPad in circolazione non indifferente.
  3. Le famiglie. «D’accordo signor 187 (perché per le famiglie i canali professionali Olivetti sono inadeguati) ma perché dovrei mettermi in casa il suo tablet? Cosa fa di bello?» Ecco, parlavo tante righe fa di colori bianco e nero, non si tratterebbe di una differenza mera della custodia ma anche del cuore interno. Non dell’OS ma delle applicazioni di certo. Lasciando il nero all’ambiente business avremmo il bianco per quello home. E qui l’abbinata Olivetti/Telecom Italia dovrebbe sbizzarrirsi a più non posso con un market diretto degno di questo nome. Perché se Amazon (che ha sempre venduto libri) si mette a vendere App per Android non vedo perché di fianco allo store Biblet non possa essercene anche uno per le App? Ricettario, contabilità domestica, guida TV ad esempio potrebbero essere tutti interessanti. Sono l’unico a vedere in OliTab anche una versione più grande di Uebbi? Come allora avevo ipotizzato la disponibilità di applicazioni anche a pagamento (tramite bolletta Telecom) anche qui si potrebbe avere molto di più. E perché non dotarlo anche di un client per Alice home TV? Del resto con la porta HDMI una volta connesso al TV di casa sarebbe a posto. Ma anche segreteria telefonica ed SMS sul numero fisso di casa (ed ovviamente anche dell’ufficio) per i clienti rimasti fedeli a mamma Telecom. Tutti servizi che genererebbero ulteriori entrate nelle casse del gruppo e porterebbero ad una maggior fidelizzazione della clientela, più che venderlo a 10 euro al mese per 3 anni.

Lo comprerei? Tutto sommato sì.

Se dovessi scegliere fra un Samsung Galaxy Tab e l’Olivetti OliPad 100 certamente prenderei quest’ultimo che è un vero tablet e non un telefonone con un formato comunque scomodo. Se Olivetti iniziasse a mettere in pratica i miei suggerimenti lavorando sull’ampliamento di questo più che sul rilascio continuo di nuovi modelli certamente sarebbe un affare. L’impressione che ho tratto dall’incontro è stata positiva, come se veramente volessero ascoltare i suggerimenti per poi farne tesoro sia su questo che sui futuri modelli. I miei suggerimenti (e se Olivetti vuole ne ho tanti altri da mettere sul piatto se mi lasciano un OliPad da provare :-P) sono esigenti ma offrono anche i giusti margini di ricavo, diciamo che non si presentano solo come pretese.