C’è un libro che mi è stato consigliato e che vorrei tanto leggere, vorrei leggere questo come altri che ho iniziato e non ancora concluso perché il tempo libero concesso da un’azienda e da una famiglia numerosa non è poi così tanto.
Il tempo libero (o meglio tempo vuoto) si concentra soprattutto nelle attese, davanti a scuola, nella sala d’aspetto del dottore, in fila in qualche ufficio.
Questo fa sì che il sistema migliore per leggere i libri è averli sempre con sé, averli dentro l’iPad.
Sorge però un problema di formati, di compatibilità, non è dato sapere a priori se quel libro riuscirò ad aprirlo o se dovrò installare l’ennesimo (ammesso che esista) programma che si occupa di rendere intelligibile il testo di un libro. Stiamo parlando di un comune file di testo, con qualche formattazione stilistica e magari qualche immagine. Non è un programma che richieda chissà quali componenti specifici per funzionare, è un testo!
E così assieme all’iBooks nativo su iPad (che sto usando per leggere Facebook per genitori gentilmente offertomi dall’editore e di cui scriverò una recensione appena riesco a finirlo) ho aggiunto anche Kindle, il software per gli ebook Amazon per leggere [amazon_link id=”1118061934″ target=”_blank” container=”” container_class=”” ]Twitter for good[/amazon_link] che per un breve periodo era in offerta gratuita.
Tornando ad oggi il libro che vorrei leggere è Una scuola da rifare, con i lucchetti digitali di Adobe DRM. Per poterlo aprire, sperando senza intoppi, dovrei installare il terzo software per leggere un comune file di testo, Bluefire reader o un altro analogo. Ci sarebbe anche la soluzione di manomissione del lucchetto e l’uso del file non protetto su cui tornerò dopo.
Circa un anno fa scrivevo questo post partendo da un tweet di Alessandra Farabegoli. Le cose non sono affatto cambiate.
I sistemi vigenti di protezione dei contenuti non tutelano gli acquirenti. Anzi, gli pongono tanti e tali limiti che la protezione è un freno all’acquisto. Un freno soprattutto al primo acquisto per tutta una serie legittima di remore sulla possibilità di sfruttare appieno ciò che si è regolarmente pagato.
Vita più facile hanno, come accennavo, i criminali. Ci sono programmini, che non cito anche perché non li conosco, che in pochi istanti rimuovono i DRM ed il file diventa immediatamente leggibile anche su iBooks, ma a quel punto anziché rivolgersi all’editore magari vale la pena rivolgersi a chi ha già fatto l’operazione senza troppi scrupoli: tu cerchi di ingabbiarmi, io cerco di scappare. Legittima difesa.
Come dunque tutelare gli autori e gli editori senza penalizzare gli utenti? La risposta più semplice è l’uso del social DRM usato ad esempio per la copia di Facebook per genitori in mio possesso.
Il file non ha vincoli logici di distribuzione, posso prenderlo e mandarlo a chiunque, ma dentro al file stesso ci sono i miei riferimenti e rimuoverli tutti richiederebbe più lavoro che la rimozione del DRM di blocco.
In questo modo si avrebbero diversi vantaggi per gli editori (lo scrive anche Feltrinelli):
- verrebbe comunque limitata la distribuzione indiscriminata del libro, nessuno vorrebbe trovare il proprio numero di telefono nel bagno dell’autogrill;
- verrebbe comunque consentito il prestito del proprio libro all’amico fidato (quello che non lo manderà in giro a sua volta) e che magari deciderà di acquistarlo;
- crollerebbe drasticamente il freno all’acquisto perché il libro non avrebbe lucchetti che non so se e come potrò aprire, soprattutto se già ho letto la copia del mio amico;
- calerebbe di conseguenza la pirateria ed aumenterebbe il passaparola sul libro che porta a nuove vendite.
Perché alla fine dei conti per dimezzare l’incidenza della pirateria si può dimezzare la pirateria ma si può anche raddoppiare la pirateria e quadruplicare le copie vendute legittimamente. E penso che la seconda strada sia più vantaggiosa per gli editori e per gli autori.
Ed il caso di persone che acquistano il libro originale dopo aver letto la copia piratata non è semplice utopia.
Ovviamente tutto questo funziona a condizione che i contenuti siano di qualità.
Voi cosa ne pensate?
[…] semplice per scoraggiare la condivisione selvaggia di questi file può essere l’adozione del social DRM. Si tratta di un innocuo watermark che segnala quale sia l’acquirente del libro digitale, […]