Arrivo buon ultimo a commentare l’acquisto di WhatsApp da parte di Facebook. Se non conoscete entrambe le aziende potreste anche fermarvi qui con la lettura.
La cifra complessiva dell’operazione è di 19.000.000.000 (ho dovuto ricontare 3 volte gli zeri per essere sicuro che fossero giusti) di dollari. Al netto di tutte le azioni la cifra in denaro contante si attesta a 4 miliardi di dollari, 2,9 miliardi di euro e su questa farò i miei conti.
WhatsApp conta 450 milioni di utenti nel mondo, utenti di cui sa veramente poco o nulla a parte il numero di telefono. È un’azienda che ci tiene veramente tanto alla privacy anche nel rapporto fra utenti. Dubito sinceramente che Facebook abbia potuto spendere così tanto per un archivio di informazioni così scarno.
Per contro se si trattasse solo del servizio a pagamento WhatsApp mi risulterebbe, pur calcolando la sola parte in contanti dell’operazione, una cifra spropositata. Gli utenti di WhatsApp pagano 0,89 euro l’anno per poter usare il servizio (mai stato più contento di pagare per un servizio online). 450 milioni x 0,89 = 400,5 milioni di euro l’anno di incasso. Posto che non ci paghino tasse sopra e che nell’economia di scala Facebook la gestione del servizio non abbia il benché minimo costo a Facebook occorrerebbero 8 anni per ripagare la somma spesa. Se contiano l’intero importo, compreso le quote pagate in azioni, allora gli anni per ripagare l’investimento diverrebbero 35.
Torniamo un attimo a WhatsApp ed alla sua gestione a tutela degli utenti (che secondo me è ciò che ne ha decretato il successo). Per poter comunicare con un altro utente devi avere una sola informazione: il suo numero di telefono. Punto. Non puoi cercare la gente per nome o per contatti in comune. Non puoi neppure importunarlo su Whatsapp se hai il suo indirizzo mail, il suo profilo FB o tanti altri dati: niente numero = niente WhatsApp.
Ci sono poi 3 modalità di comunicazione su WhatsApp:
- one2one – la classica comunicazione tipo SMS
- many2many – un bel gruppo in cui chiunque può scrivere e tutti gli altri ricevono, il limite di membri è di 50 persone
- one2many – solo il mittente può scrivere in contemporanea ad un gruppo di utenti, ma per poter ricevere il messaggio l’utente deve avere il numero del mittente in rubrica
Proprio con il punto 3. è evidente quanto la privacy del destinatario stia a cuore di WhatsApp. Non ci può essere spam indistinto perché il destinatario può cancellare il mittente importuno e non ricevere più le sue circolari.
A questo punto riporto quello che penso Facebook potrebbe fare con WhatsApp senza stravolgerne le basi riuscendo comunque a monetizzare un mercato, quello degli smartphone, su cui stenta a decollare.
Proporrei a Facebook/WhatsApp un contratto business con queste caratteristiche (crescenti anche in base al pacchetto contrattuale):
- attivazione del servizio su numero di rete fissa. Comunque sempre un numero di telefono (e non un nome commerciale anonimo) in cui si possa anche parlare a voce.
- client per postazioni fisse e tablet (eventualmente webapp) multiutente ed integrabile tramite API.
- analisi statistica completa di tutte le comunicazioni.
Le aziende non potranno in ogni caso originare le conversazioni con utenze a cui sono sconosciuti. Potranno solo rispondere ai messaggi ricevuti ed inviare broadcast, come già accade solo a chi ha il suo numero registrato in rubrica.
WhatsApp sarà la chiave di Facebook per lo smallbusiness brick&mortar, è inutile per le grandi aziende salvo che non venga usato per i singoli POP.
Con un’utenza di 10 milioni di aziende che paghino 20 euro l’anno di canone incrementerebbero il fatturato del 50% senza perdere consenso fra gli utenti (che si vedrebbero comunque tutelati in tutto e per tutto). Anzi, sinceramente credo che l’utenza potrebbe ulteriormente crescere grazie anche a queste nuove possibilità di contatto.
Un’altra funzionalità che potrebbe essere implementata in Whatsapp potrebbe essere la possibilità di “comunicare” direttamente con la propria bacheca FB, mando un messaggio/foto da Whatsapp e questi compare su Facebook. Sarebbe un primo attacco a Twitter nella semplicità di utilizzo.
Escluderei invece una fusione fra WhatsApp e Facebook Messenger. La gestione su un’unica piattaforma di più network di comunicazione non ha mai avuto un gran successo neppure su PC. Programmi come Trillian o Pidgin non hanno mai conquistato le masse.
Cosa ne pensate? Voi cosa vi aspettate che faccia Facebook per rientrare dell’investimento senza snaturare WhatsApp?